Dopo
mesi di stallo, tra chiusure di indagini e di processi e tentativi di sblocco della situazione in Consiglio
regionale, il dibattito politico riprende in
modo preoccupante e sorprendente: L'UV si riscopre indipendentista e
l'UVP lancia una costituente valdostana che coinvolga le valdostane/i nella
"difesa dei propri interessi, nel solco dei principi federalisti e
dell'Autonomia, compreso il diritto inalienabile all'autodeterminazione dei
popoli". Due modi di vedere il presente che si chiudono tra Courmayeur e
Pont Saint Martin e che riteniamo insufficienti per uscire dalla crisi.
Dal
Congresso UV non una proposta concreta per uscire dalla crisi che ci attanaglia
ma il ritrito slogan, “è tutta colpa di
Roma”, che puzza di leghismo delle
origini oltre che di vecchio. La maggioranza si autoassolve maldestramente, di
chi è la colpa di un aeroporto inutile, di un campus universitario del quale si
discute solo del contenitore e non del contenuto, della testarda volontà di
lasciare in mano a una dirigenza inadeguata la gestione del casinò, giusto per
fare pochi esempi?
Queste
scelte sciagurate hanno portato all'ultimo disastroso bilancio regionale che
prevede lacrime e sangue che verseranno, come sempre, i più poveri.
Per
risolvere la crisi si deve pensare al globale agendo nel locale. Le cause evidenti sono le politiche di austerità
propinate dall'UE e la becera osservanza dei governi italiani terminata con gli
ultimi disastrosi provvedimenti del governo Renzi-Alfano: la cancellazione dei
diritti dei lavoratori e la continua precarizzazione con il jobs act, la distruzione del sistema scolastico
pubblico italiano, l'approvazione dello “sblocca Italia” che tradotto significa
distruzione del territorio, il progressivo smantellamento del welfare, che
invece era il fiore all'occhiello dell'Europa. A queste aggiungiamo le
politiche regionali sopraccitate e completiamo il disastro attuale.
Per
uscire dalla crisi bisogna cambiare
rotta in Europa, in Italia e in Valle d'Aosta.
In
Europa battendosi
per un'Europa che sia ecologica, solidale con i paesi in difficoltà, equa e
aperta, come stanno facendo gli Europarlamentari dell'Altra Europa con
Tsipras nel GUE, il gruppo della
sinistra in Europa.
In
Italia
ricostruendo, con chi ci sta, un movimento
rappresentativo, per l'estensione dei diritti del lavoro a tutte/i
(precari/e, partite IVA, lavoratrici/ori dipendenti), per la salvaguardia e la
messa in sicurezza del territorio, per la difesa e il rilancio di istruzione e
ricerca pubbliche.
In
Valle portando
avanti il progetto di un'Altra Valle d'Aosta:
·
la
riconversione ecologica dell'industria, la green economy è un'opportunità di
rilancio della devastata industria valdostana, (magari cominciando da Rifiuti
Zero).
·
la
vita politica trasparente, partecipativa e democratica,
·
il
reddito di cittadinanza a tutte/i, perché una vita dignitosa è un diritto non
un privilegio,
·
il
diritto allo studio cancellando le disparità economiche,
·
una
tratta ferroviaria “non da museo” come ci ha graziosamente ricordato il
ministro Lupi, un’ autostrada che non sia un salasso per chi la percorre.
Il
futuro della Valle d'Aosta è nelle nostre mani. Vorremo costruirlo insieme a
tutte/i quelle/i che pensano che la costruzione di una Sinistra Unita non sia rinviabile e a tutte/i quelle/i che pensano che così non si può
andare avanti.
I
portavoce dell'Altra Valle d'Aosta
Carola
Carpinello
Andrea Padovani
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