mercoledì 3 dicembre 2014

Comunicato stampa: "Il localismo non è la risposta alla crisi"


Dopo mesi di stallo, tra chiusure di indagini e di processi e tentativi  di sblocco della situazione in Consiglio regionale, il dibattito politico riprende in  modo preoccupante e sorprendente: L'UV si riscopre indipendentista e l'UVP lancia una costituente valdostana che coinvolga le valdostane/i nella "difesa dei propri interessi, nel solco dei principi federalisti e dell'Autonomia, compreso il diritto inalienabile all'autodeterminazione dei popoli". Due modi di vedere il presente che si chiudono tra Courmayeur e Pont Saint Martin e che riteniamo insufficienti per uscire dalla crisi.
Dal Congresso UV non una proposta concreta per uscire dalla crisi che ci attanaglia ma il ritrito slogan,  “è tutta colpa di Roma”,  che puzza di leghismo delle origini oltre che di vecchio. La maggioranza si autoassolve maldestramente, di chi è la colpa di un aeroporto inutile, di un campus universitario del quale si discute solo del contenitore e non del contenuto, della testarda volontà di lasciare in mano a una dirigenza inadeguata la gestione del casinò, giusto per fare pochi esempi?
Queste scelte sciagurate hanno portato all'ultimo disastroso bilancio regionale che prevede lacrime e sangue che verseranno, come sempre, i più poveri.
Per risolvere la crisi si deve pensare al globale agendo nel locale. Le cause  evidenti sono le politiche di austerità propinate dall'UE e la becera osservanza dei governi italiani terminata con gli ultimi disastrosi provvedimenti del governo Renzi-Alfano: la cancellazione dei diritti dei lavoratori e la continua precarizzazione con il jobs act,  la distruzione del sistema scolastico pubblico italiano, l'approvazione dello “sblocca Italia” che tradotto significa distruzione del territorio, il progressivo smantellamento del welfare, che invece era il fiore all'occhiello dell'Europa. A queste aggiungiamo le politiche regionali sopraccitate e completiamo il disastro attuale.
Per uscire dalla crisi bisogna  cambiare rotta in Europa, in Italia e in Valle d'Aosta.
In Europa battendosi per un'Europa che sia ecologica, solidale con i paesi in difficoltà, equa e aperta, come stanno facendo gli Europarlamentari dell'Altra Europa con Tsipras  nel GUE, il gruppo della sinistra in Europa.
In Italia ricostruendo, con chi ci sta, un movimento  rappresentativo, per l'estensione dei diritti del lavoro a tutte/i (precari/e, partite IVA, lavoratrici/ori dipendenti), per la salvaguardia e la messa in sicurezza del territorio, per la difesa e il rilancio di istruzione e ricerca pubbliche.
In Valle portando avanti il progetto di un'Altra Valle d'Aosta:
·         la riconversione ecologica dell'industria, la green economy è un'opportunità di rilancio della devastata industria valdostana, (magari cominciando da Rifiuti Zero).
·         la vita politica trasparente, partecipativa e democratica,
·         il reddito di cittadinanza a tutte/i, perché una vita dignitosa è un diritto non un privilegio,
·         il diritto allo studio cancellando le disparità economiche,
·         una tratta ferroviaria “non da museo” come ci ha graziosamente ricordato il ministro Lupi, un’ autostrada che non sia un salasso per chi la percorre.
Il futuro della Valle d'Aosta è nelle nostre mani. Vorremo costruirlo insieme a tutte/i quelle/i che pensano che la costruzione di una Sinistra Unita non sia  rinviabile e a tutte/i  quelle/i che pensano che così non si può andare avanti.

I portavoce dell'Altra Valle d'Aosta
Carola Carpinello
Andrea Padovani

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