Emergenza migranti, serve un'azione congiunta: "no" all'Europa e alle Regioni che li respingono
Ministro Alfano,
forse le è giunto all'orecchio che la comunità valdostana – sconvolta dalle infauste dichiarazioni del suo prefetto Rollandin, che nel clima pre elettorale delle amministrative dello scorso 10 maggio rispondeva al Viminale di non poter accogliere 50 migranti – ha reagito all'accusa di chiusura nel privilegio giunta da più parti e ora sta cercando di accogliere dignitosamente 140 rifugiati richiedenti asilo politico.
Come la nostra piccola realtà insegna, il fenomeno delle migrazioni ha ancora una volta travolto le miopi previsioni dei politici: esse sono strutturali e non certo contingenti, e resteranno inarrestabili finché l'1% della popolazione avrà più ricchezze del restante 99% del mondo (previsione per il 2016 di Oxfam, l'agenzia internazionale che si batte contro la fame e la povertà).
Questa concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi affaristi miliardari ostacola le prospettive di ripresa per tutti e crea terribili divisioni nel tessuto sociale: molte voci si stanno levando in nome dei tanti italiani che vivono con 400 euro al mese contro chi tenta di sensibilizzare l'opinione pubblica in un'ottica antirazzista.
Ministro, la logica di contrapporre le povertà è assai pericolosa: la politica deve farsi carico delle fasce deboli di qualsiasi origine; politiche lungimiranti non possono che andare alla radice delle intollerabili disuguaglianze e ingiustizie, a partire da una riforma fiscale che tassi i capitali anziché il lavoro e contrasti i potenti interessi all'origine di sfruttamento, violenze e guerre da cui i profughi - non possiamo che ipocritamente stupircene - han voluto scappare.
"Qui […] non è questione di filantropia ma