mercoledì 25 novembre 2015

Migranti : No del Comune di Aosta alla proposta di Altravda

                                                                                                  COAZIONE A RIPETERE

Dopo due mozioni, un'interrogazione in consiglio comunale e due rinvii in commissione, il Comune di Aosta si è definitivamente espresso per il NO alla richiesta dell'Altra VdA di presentare un progetto nell'ambito del sistema nazionale SPRAR (Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati), il cui ultimo bando è in scadenza il 14 gennaio 2016.

Noi abbiamo cercato, anche attraverso un incontro dal titolo inequivocabile, "L'accoglienza fa bene" (tenuto venerdì 13 novembre, data purtroppo tristemente memorabile), di fornire gli elementi necessari per indirizzare l'azione dell'amministrazione comunale in tema di migranti verso un modello virtuoso, costruito attraverso progetti inclusivi ed esperimenti di accoglienza diffusa. 

Gli amici del consorzio Co.A.La di Asti ci hanno raccontato la loro esperienza, fornendo delle soluzioni percorribili e dagli esiti positivi sia per chi è accolto sia per i territori ospitanti, così simili ai nostri per dimensioni e caratteristiche. Ma nemmeno il loro esempio concreto è riuscito a smuovere l'amministrazione comunale.

La regione Valle d'Aosta è l'unica in Italia, dunque, a non avvantaggiarsi dell'opportunità, finanziata dal Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo (FNPSA), di istituire uno SPRAR e di porre l'accoglienza al di fuori del concetto di emergenza, superato ormai dagli eventi, che si sono fatti storia e geografia quotidiana.

Non lo diciamo noi, lo raccontano i dati, lo invoca il presidente dell'Anci Fassino quando ricorda che ogni posto in più nella rete ordinaria dell'accoglienza è un posto in meno gestito in condizioni di emergenza.
Nel resto d'Italia, dunque, si coinvolgono i territori attraverso gli enti locali per fornire una risposta positiva e un'attenzione particolare all'inclusione, si cerca di sconfiggere paure e luoghi comuni, si vogliono evitare strumentalizzazioni che fomentano l'odio razziale e rischiano di creare inutili e pericolose tensioni sociali.

In Valle d'Aosta, invece, si resta al di fuori di un progetto largamente condiviso e portatore di benefici per i richiedenti e per i territori e le popolazioni ospitanti.
E' lecito a questo punto domandarsi : “A chi giova tutto ciò?“

I portavoce di AltraVda


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