Bonjour
à toutes et a tous, je vous remercie pour l'invitation à votre
duexième congrès. Le titre de ce congrès “libertés pour les
valdotains, la strada per una nuova autonomia” m'a fait penser à
beaucoup.
Ho pensato alla libertà come a un cammina che passa per quattro vie che poi si uniscono:
LIBERTA'
dalla globalizzazione economica che vorrebbe cancellare le differenze
culturali dei popoli del mondo. Per una globalizzazione che sia dei
diritti sociali e civili per tutte e tutti e che sia rispettosa delle
differenze e delle particolarità.
LIBERTA'
dall'austerità economica imposta dall'Unione Europea e applicata dal
governo Renzi/Alfano che sta distruggendo il welfare dello Stato,
delle regioni e dei comuni. La stessa Unione Europea che sta
trattando in segreto con gli Stati Uniti il TTIP, Trattato
transatlantico sul commercio e gli investimenti, che se mai dovesse
passare (tra le poche cose che sappiamo del suo contenuto quasi del
tutto segreto) potrebbe far vendere alle multinazionali statunitensi
prodotti come la fonteina, la mucetta senza che i produttori di
fontina, mocetta e dei nostri prodotti locali possano ribellarsi. Per
costruire un'Unione Europea che sia ecologica, aperta, solidale ed
equa.
LIBERTA'
che passa, secondo noi, dalla riuscita dei referendum che ci saranno
nel prossimo periodo. Primo tra tutti quello sulla deformazione della
Costituzione. Deformazione che, se passasse, accentrerebbe molto più
potere nelle mani dello Stato a scapito delle regioni sia ordinarie
che autonome le quali non saranno assolutamente salvaguardate dalla
cosiddetta clausola di salvaguardia. A
chi dice che sarà così e che
ci sarà un avanzamento rispondiamo con due domande: Vi sembra che
sino ad oggi, a Statuti invariati, non vi siano state erosioni alle
competenze legislative della Regione? Ma soprattutto, quale
avanzamento può esserci in un contesto istituzionale e
costituzionale che umilia i territori e consegna tutto il potere
nelle mani del Governo?
Ma
anche i referendum contro il jobs act, contro la cosiddetta buona
scuola, contro le trivelle petrolifere nei mari italiani e contro la
pessima legge elettorale nazionale chiamata italicum. Pensiamo che
per la riuscita anche in Valle d'Aosta di questi referendum sia
necessario un fronte ampio che comprenda le forze della sinistra e
quelle autonomiste insieme alle tante associazioni e ai movimenti che
operano nella nostra regione, fronte nel quale speriamo di vedervi
dalla stessa parte.
LIBERTA'
da
questa maggioranza regionale che si dimostra ogni giorno di più del
tutto priva di idee per il
futuro di questa Regione,
arrogante e incapace.
Retta da una persona sola al comando alla quale gli alleati hanno
giurato cieca obbedienza. Maggioranza che taglia il welfare buttando
soldi in opere inutili per la collettività come l'aeroporto che
secondo il neoprocuratore regionale della Corte dei conti, svolge un
servizio per la collettività praticamente inesistente. Maggioranza
che finanzia il Casinò tramite la gestione speciale di Finaosta che,
sempre secondo il neoprocuratore, “persevera ad accumulare
risultati di gestione fortemente negativi, sintomatici di un non
equilibrato progetto imprenditoriale”. Progetto che critichiamo da
anni, figlio di idee concettualmente sbagliate e puntualmente
fallite: come la sala evolution chiusa di recente, l'idea del doppio
hotel nella stessa struttura o la chiusura della sala gold river che
ha reso il Casinò di St. Vincent famoso in tutta Europa. Scelte che,
per usare una metafora, equivalgono a mandare uno sulla punta del
Bianco con le scarpe da ginnastica e poi stupirsi che ha i piedi
congelati. Scelte che vengono fatte pagare alle lavoratrici e ai
lavoratori della casa da gioco e alla collettività intera. O pensate
ai milioni buttati nel progetto del nuovo polo universitario del
quale ancora non si conoscono i contenuti didattici, o ai 300.000
euro che si spenderanno per un capriccio dell'imperatore.
Noi
pensiamo che sia possibile e ormai indispensabile costruire un'altra
Valle d'Aosta che abbia al centro delle scelte politiche il lavoro
per tutte e tutti, l'ambiente e il riassetto del territorio, il
turismo e quindi anche il trasporto pubblico su rotaia, la democrazia
perché di questa cappa di paura e oppressione non se ne può più.
Pensiamo che questo sia possibile farlo soltanto sostituendo questa
maggioranza con
un'altra. Per fare ciò,
però bisogna essere chiari: l’alternativa non si pratica
semplicemente spodestando l'imperatore, ma ripensando con ambizione e
coraggio l'idea di comunità, delle sue esigenze e della sua
partecipazione alle decisioni pubbliche. Come si valorizza un
territorio in un contesto socio-economico come quello in cui ci
troviamo a vivere? Quando i soldi arrivano facciamo le scelte
“giuste” (abbiamo garantito questo, abbiamo garantito quello) e
quando non arrivano le scelte sbagliate sono gli “altri” a farle
(Ce lo impone lo Stato, ce lo impone l’Europa)?. Questo è lo
sbaglio: siamo noi lo Stato! Siamo noi l’Europa! E’ lì che
dobbiamo essere capaci di incidere, non chiudendoci a riccio, ma
facendo sentire la nostra voce. Questa voce la maggioranza regionale
l’ha silenziata. Ha disertato le elezioni europee, ha inseguito il
potente di turno a palazzo Chigi (con chi non si è alleata?), senza
preoccuparsi delle conseguenze di sistema (l’uccisione della
cultura regionalista, ad esempio), sempre e solo nell’illusione di
poter ottenere qualche briciola in cambio. A tutto questo bisogna
dire basta. Non è al tornaconto che dobbiamo puntare, ma al
protagonismo! Siamo cittadine e cittadini di una Regione che merita
rispetto dopo anni di umiliazioni.
Infine
permettetemi
di tornare al referendum costituzionale. Perché è da lì che
dobbiamo partire.
Le
decisioni che saremo
chiamati a prendere nei prossimi mesi segneranno un nuovo confine
nella politica valdostana: da una parte, si collocheranno coloro che
concepiscono l’autonomia come non separabile dalla democraticità
del sistema costituzionale nel suo complesso; dall'altra coloro i
quali sceglieranno di fare una battaglia miope, autoreferenziale,
rendendosi complici della drammatica involuzione democratica in atto.
Noi
dell’Altra Valle d’Aosta
sappiamo da che parte stare. Ci auguriamo di essere in buona
compagnia.
Bon
congrès à tcheut!
Andrea Padovani
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