Per
essere diversi, per condizionare dall'interno, al fine di influenzare
profondamente un sistema non basta predicare, bisogna anche
“razzolare” di conseguenza.
Il
sistema della ripartizione delle nomine nelle società partecipate è,
da sempre, ispirato al più ortodosso manuale Cencelli e su questa
via si prosegue serenamente senza che, chi è salito sul carro in
corsa, predicando di cambiare il mondo, forse per osmosi, metta
minimamente in dubbio uno degli elementi più “qualificanti” del
mantenimento dello status quo.
SA ha
dovuto sacrificare tanto in Consiglio Regionale? Ecco pronta la
ricompensa, le norme sui CdA impongono un vago equilibrio di genere?
Ecco pronto il PD che a rappresentanza femminile è messo un po'
meglio di altri. Al prossimo giro penseranno anche all'UVP.
Il
problema non sono le persone e/o le loro competenze, su questo non
esprimeremo giudizio alcuno, il punto cruciale è che non si cambia
un sistema incancrenito avallandone modi e metodi e piazzando le
bandierine come in un triste Risiko dove le regole le ha fatte uno e
le modifica solo lui.
Non
smetteremo mai di denunciare questi atti e di ripetere che la Valle
d'Aosta ha la disperata necessità di voltare completamente pagina e
di disfarsi di questa classe politica palesemente inadeguata a
gestire una Regione con risorse non scarse ma da amministrare
oculatamente e non più (non che sia mai stato corretto) come regalìe
o privilegi.
I
portavoce de l'Altra Valle d'Aosta
Andrea
Padovani
Carola
Carpinello
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