La promessa della democrazia è quella di fare crescere la consapevolezza dei cittadini sulle scelte che li riguardano.
Per farlo, occorre parlare alla testa e non alla pancia delle persone, a prescindere dal fatto che siano o meno d'accordo con noi.
Noi ci stiamo provando, perché vogliamo vivere in una società di cittadini interessati, informati e partecipanti.
Ecco perché diciamo NO a chi blandisce il consenso puntando sugli umori viscerali, spacciando una pessima riforma per la panacea di tutti i (serissimi) problemi del nostro paese.
Non è sventolando - come ricatto - lo spauracchio del nemico ("se vince il no vanno al potere quelli lì") che si cambia la sostanza della riforma: in caso di vittoria del sì saltano gli equilibri e si indeboliscono i contrappesi.
Chiunque siano "quelli lì" (perché tutti abbiamo qualcuno da temere), dobbiamo renderci conto che proprio grazie a questa riforma essi disporrebbero di un potere che altrimenti non avrebbero.
Ad evitare questo, d'altra parte, servono le regole costituzionali: a limitare il potere di chi temiamo; ad obbligarlo ad ascoltare le ragioni altrui; a garantire, in questo modo, la convivenza civile.
I pensatori del ’700 dicevano che le buone Costituzioni sono quelle scritte per i demoni e non per gli angeli. Qui c'è chi, pensandosi angelo, vuole tenere lontani i demoni costruendo proprio il ponte che attraverseranno per andare al potere.
Con la testa, votiamo NO.
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