martedì 19 maggio 2015

Presidio a palazzo Regionale


Ad Aosta,  come in tutta Italia,  c'è chi non si arrende alla devastazione della Scuola

 18- 19 maggio


GIORNI DI PASSIONE  PER LA SCUOLA ITALIANA


Cosa sta accadendo in questi giorni? 
Molti non addetti ai lavori si staranno chiedendo come mai in questi ultimi giorni il dibattito sul futuro prossimo della scuola italiana stia diventando sempre più incandescente e per quale ragione  le proteste di piazza stiano aumentando di spessore e partecipazione popolare, sia prima che dopo lo sciopero generale della scuola del 5 maggio, indetto in modo unitario ( era ora!) dai sindacati. 

Il Governo ha messo a punto un ddl sulla scuola denominato “Buona Scuola” con il risultato davvero notevole di scontentare tutti i protagonisti del mondo scuola che, ancora una volta, con lo stesso obsoleto metodo, si vedono calare dall'alto un progetto di “ riforma” sostanzialmente ancorato a vecchie logiche propagandistiche di un partito momentaneamente maggioritario in termini numerici, ma miope per quanto riguarda le vere istanze riformistiche che da tempo provengono dal mondo scolastico. 

Le proposte politiche messe in campo sono varie e confuse al tempo stesso, spaziando dall'aumento dei poteri del preside-dirigente ( autonomo nella nomina del suo staff e degli insegnanti a lui graditi)  al non chiaro criterio di merito secondo cui gli insegnanti dovrebbero essere entusiasti di spartirsi - in forme non chiare di competizione interna - una misera elemosina stimata a 45 euro netti mensili. 
Ancora una volta nulla viene detto sul contratto di lavoro della categoria che giace ormai congelato da anni e nulla sul profilo professionale dell'insegnante, che non può più  rientrare  nella logica vetusta delle 18h classe + riunioni collegiali, vista la complessità del tempo e degli impegni progettuali che vengono  richiesti sempre di più al docente, con sempre meno risorse finanziarie in campo. 
Gran parte del lavoro prezioso svolto dalla categoria viene ancora oggi ad essere invisibile in quanto relegato all'ambito casalingo (programmazione attività, predisposizione e correzione prove, tabulazione ed uso del registro elettronico, ecc.). Non è un caso che la retribuzione media della categoria sia tra le più basse d'Europa. 

Il premier risponde a queste sacrosante esigenze facendo spallucce o sollevando pomposi proclami di riforma che in questo momento si stanno votando in Parlamento a testa bassa, ignorando il profondo disagio che c'è in questi giorni nelle scuole e nelle piazze italiane.
Molte sono le proposte di riforma che partono dal basso se solo questo governo fosse in grado di ascoltare.  
Prima di tutto, però, bisogna davvero mettere il sistema educativo al centro delle attenzioni del Paese. Gli insegnanti e gli studenti avvertono l'estrema importanza di tutelare concretamente la libertà di insegnamento e la scuola pubblica  ( secondo i dettami della Costituzione), promuovendo autentiche forme di rinnovamento della scuola italiana ( riforma dei cicli scolastici, del profilo docente, della didattica ecc.) che siano rispettose di chi vi opera al loro interno con entusiasmo e passione, giorno per giorno.
I governi passano, la scuola resta!                                                         ( Prof. Mario Bianco - Aosta)



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