lunedì 21 dicembre 2015

No, grazie... Lettera aperta al PD valdostano

In relazione al vostro cortese invito di portare un indirizzo di saluto alla vostra assemblea di sabato 19, nella quale si procederà all'elezione del nuovo segretario, decliniamo l'invito.
Il nostro disagio per le posizioni e la pratiche politiche che il Partito Democratico sta mettendo in opera, sia a Roma sia ad Aosta è grande. Posizioni e pratiche lontane ed opposte a quelle che riteniamo indispensabili per salvaguardare la democrazia, l'ambiente, i beni comuni, i diritti di chi lavora e per trovare una via d'uscita da una crisi economica che continua sempre più ad avvitarsi su se stessa.

I provvedimenti del governo nazionale, sposano integralmente, e non da ieri, la logica dell' austerità, delle privatizzazioni, della frantumazione dei diritti di chi vive del proprio lavoro.
Una logica che ha ispirato gli ultimi atti del governo nazionale (legge di stabilità, pessima scuola, jobs act e via devastando) ma che era assolutamente operativa anche in un passato ormai non recente, quando ad esempio il governo Monti, che aveva nel Partito Democratico la sua base d' appoggio, riuscì a far approvare quel mostro che è la costituzionalizzazione del pareggio di bilancio.

Una follia che ha come conseguenza quelle leggi di stabilità che stanno affondando anche i nostri comuni, con buona pace dell'Autonomia.
Contro queste logiche sta – fortunatamente – riprendendo forza nel paese un movimento di opposizione che ha strappato qualche risultato visto che il governo è stato costretto a modificare (certo, con l'obiettivo strumentale di evitare il referendum) i provvedimenti relativi alle trivellazioni in mare della legge di (in)stabilità, così come i medici stanno aprendo un fronte di lotta per il diritto universale alla salute.

Insomma, l'anno che verrà sarà un anno di grande impegno, soprattutto per respingere il disegno di controriforma costituzionale che sfigura la Costituzione  nata dalla Resistenza.
In Valle d' Aosta, per alcuni anni ci era sembrato che il PD costituisse una felice anomalia.
L'impegno nei movimenti civili (referendum sull' acqua, sull' inceneritore, movimento dei pendolari stanchi sui trasporti) ed a fianco delle lotte dei lavoratori e delle lavoratrici fece credere a molti che il PD valdostano volesse davvero contribuire a costruire una alternativa ad un sistema di potere che da un tempo ormai immemorabile ingessa la vita politica della nostra Regione.

Un sistema retto da un partito/persona che ispira le proprie scelte politiche al più spregiudicato trasformismo coprendo, fino ad ora almeno, l'incapacità e l'esistenza stessa di una classe politica/amministrativa con gli sciagurati denari della distorsione del concetto di Autonomia.
In totale buona fede abbiamo persino contribuito a sostenere quel PD che ancora usurpa il -SinVda in un' elezione regionale che ha penalizzato tantissimo le forze nazionali. Il nostro contributo è stato decisivo per l'elezione del terzo consigliere. Ci siamo poi resi conto di aver fatto semplicemente da portatori d'acqua.
È evidente che ognuno sceglie il percorso che ritiene più consono alla propria natura. ll PD valdostano, comunque, ha scelto "un altro percorso". Non possiamo che prenderne atto. Noi andiamo da un' altra parte.


Carola Carpinello Francesco Lucat
Andrea Padovani


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