martedì 26 gennaio 2016

Al Comune di Aosta si fa quello che dice la Lega (?!)

 Carola Carpinello


Durante il Consiglio del 18-19 gennaio è andata in onda una pagliacciata di dimensioni colossali!
La Leha ha presentato una mozione da fuori di testa denominata GENDER che potete leggere qui sotto: (è dura ma bisogna farlo)

Mozione Gender
Premesso che
Le norme e i trattati del diritto internazionale sanciscono in modo chiaro e inequivocabile il diritto di priorità da parte dei genitori nella scelta del genere di istruzione ed educazione da impartire ai loro figli, anche a seconda delle loro convinzioni filosofiche e religiose. Tale principio è sancito da importanti fonti legislative quali la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo
(articolo 26, terzo comma), la Convenzione europea sulla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo (articolo 2), la Convenzione UNICEF sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (articolo 14);
Il suddetto principio è inoltre garantito, tutelato ed esplicitato dalla Costituzione della Repubblica Italiana all’articolo 30, che recita “è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli”;
Considerato che
Anche le norme atte a regolamentare il funzionamento della scuola italiana riconoscono il diritto-dovere educativo dei genitori. Fra queste fonti si possono citare le linee di indirizzo del MIUR sulla partecipazione dei genitori e corresponsabilità educativa del 2012, il patto di corresponsabilità educativa del 1997 (la scuola deve programmare e condividere con gli studenti e con le famiglie il percorso educativo da seguire”) e il Regolamento dell’autonomia del 1999 dove si esplicita che le istituzioni scolastiche debbano rispettare la libertà di scelta educativa dei genitori;
Tutti gli istituti scolastici dispongono di un piano offerta formativa, in cui viene definitiva la progettazione educativa, tenuto conto anche delle proposte delle associazioni di genitori;
La circolare del Ministero dell’Istruzione n. 4321 del 6 luglio 2015 fa chiarezza circa il corretto utilizzo degli strumenti normativi per assicurare la massima informazione alle famiglie su tutte le attività previste dal piano dell’offerta formativa, richiedendo un costante e sempre più marcato coinvolgimento delle stesse nell’ottica della corresponsabilità educativa;
Ritenuto che
Negli ultimi anni è venuta ad affermarsi la pericolosa tendenza di molti istituti scolastici all’utilizzo di progetti di educazione sessuale che prevedono l’insegnamento della cosiddetta “teoria del gender”;
Nella suddetta teoria l’educazione all’affettività spesso comporta l’educazione alla genitalità e alla masturbazione precoce, fin dall’età infantile;
Negli Stati che hanno visto l’applicazione nelle istituzioni scolastiche di queste teorie si è riscontrata una sessualizzazione precoce dei ragazzi da cui è derivato un aumento delle gravidanze (e degli aborti) adolescenziali, degli abusi sessuali, della dipendenza da pornografia;
Nel materiale informativo favorevole alla teoria gender la famiglia composta da una donna e da un uomo è vista come uno stereotipo da superare;
Il paradigma della teoria gender vorrebbe che il sesso biologico fosse slegato completamente dal genere, in modo tale che ognuno si senta libero di scegliere il proprio;
Si sostituisce il concetto di identità sessuale con quello di identità di genere, cioè quella con cui la persona sceglie di identificarsi;
Stando a questa teoria non si nasce maschio o femmina per questioni genetiche, ma si diventa uomo o donna (o nessuno dei due) in base a fattori esclusivamente culturali;
Se anche per assurdo si ritenesse possibile scindere il dato biologico da quello psicologico, non appare accettabile che detta tesi sia insegnata a bambini, in pieno sviluppo, privi degli strumenti culturali per valutare questo insegnamento e quindi estremamente vulnerabili. Men che mai appare ammissibile che dette teorie vengano insegnate senza consultazione delle famiglie o talvolta, come in alcuni Stati è purtroppo capitato, anche contro il loro parere.
Impegna l’amministrazione comunale
- Ad agire sulle autorità scolastiche preposte, perché non vengano adottati, e se già presenti ritirati dalle scuole, i libri e il materiale informativo che promuove la teoria del gender;
- A fare in modo che la teoria gender non venga introdotta negli istituti scolastici;
- A rispettare il ruolo predominante di genitori nell’educazione all’affettività degli figli, in ottemperanza al diritto internazionale e alla Costituzione repubblicana;
- Affinché ci sia un effettivo coinvolgimento dei genitori e delle famiglie nelle strategie e nei programmi educativi delle scuole aostane. 


Dato che il Pd esprime il sindaco ad Aosta e dato che la ministra Giannini, che pure non è una pericolosa rivoluzionaria, ma la ministra responsabile di quell'obbrobrio che è la "Buona scuola", in una circolare di settembre (il link è qui), e nella presentazione della stessa ribadisce in maniera molto assertiva che la teoria Gender non solo non esiste ma che il ministero denuncerà chi dice il contrario (qui),  la ministra parla di truffa culturale, ci saremmo aspettati alcune reazioni della maggioranza:
1) come quasi sempre accade con mozioni della minoranza che la maggioranza la respingesse (respingono iniziative culturali, sociali, ambientali, di tutto, salvo poi farle rientrare dalla finestra come loro)
2) questo me lo aspettavo io, che con una vaga promessa di "monitoraggio" la Lega si dichiarasse soddisfatta in modo da impedire il dibattito dopo aver illustrato la mozione da par loro.
E invece?
La maggioranza propone un emendamento. Se avete letto la mozione originale un emendamento cosa può cambiare rispetto a quel cumulo di stupidaggini?
Infatti l'emendamento è tale da stravolgere completamente la mozione, cambiarne il titolo e diventa il recepimento della circolare del MIUR che dice esattamente il contrario di quello che volevano far passare i leghisti.
Ecco la nuova mozione:
MOZIONE

RECEPIMENTO DIRETTIVE MIUR

Premesso che

Le norme e i trattati del diritto internazionale sanciscono in modo chiaro e inequivocabile il diritto di priorità da parte dei genitori nella scelta del genere di istruzione ed educazione da impartire ai loro figli, anche a seconda delle loro convinzioni filosofiche e religiose. Tale principio è sancito da importanti fonti legislative quali la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (articolo 26, terzo comma), la Convenzione europea sulla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo (articolo 2), la Convenzione UNICEF sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (articolo 14);

Il suddetto principio è inoltre garantito, tutelato ed esplicitato dalla Costituzione della Repubblica Italiana all’articolo 30, che recita “è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli”;

Considerato che

Anche le norme atte a regolamentare il funzionamento della scuola italiana riconoscono il diritto-dovere educativo dei genitori. Fra queste fonti si possono citare le linee di indirizzo del MIUR sulla partecipazione dei genitori e corresponsabilità educativa del 2012, il patto di corresponsabilità educativa del 1997 (la scuola deve programmare e condividere con gli studenti e con le famiglie il percorso educativo da seguire”) e il Regolamento dell’autonomia del 1999 dove si esplicita che le istituzioni scolastiche debbano rispettare la libertà di scelta educativa dei genitori;

Tutti gli istituti scolastici dispongono di un piano offerta formativa, in cui viene definitiva la progettazione educativa, tenuto conto anche delle proposte delle associazioni di genitori;

La circolare del Ministero dell’Istruzione n. 4321 del 6 luglio 2015 fa chiarezza circa il corretto utilizzo degli strumenti normativi per assicurare la massima informazione alle famiglie su tutte le attività previste dal piano dell’offerta formativa, richiedendo un costante e sempre più marcato coinvolgimento delle stesse nell’ottica della corresponsabilità educativa;

Ritenuto che

Tra i diritti e i doveri e tra le conoscenze da trasmettere non rientrano in nessun modo né “ideologie gender” né l’insegnamento di pratiche estranee nel mondo educativo.


La nota del MIUR del 6 luglio 2015, specifica che “le famiglie hanno il diritto, ma anche il dovere, di conoscere prima dell’iscrizione dei propri figli a scuola i contenuti del Piano dell’Offerta Formativa e, per la scuola secondaria, sottoscrivere formalmente il Patto educativo di corresponsabilità per condividere in maniera dettagliata diritti e doveri nel rapporto tra istituzione scolastica autonoma, studenti e famiglie”;


La lettera di chiarimenti redatta dal MIUR il 15/09/2015 a supporto dell’art. 1 comma 16 legge 107/2016 ricorda che: “ai genitori, è consentito di “scegliere la scuola dei propri figli dopo aver attentamente analizzato e valutato le attività didattiche, i progetti e le tematiche che i docenti affronteranno durante l’anno che, in ogni caso, dovranno risultare coerenti con i programmi previsti dall’attuale ordinamento scolastico e con le linee di indirizzo emanate dal MIUR.”


Il comma 16 della legge 107/2015 di Riforma su “La Buona Scuola” recita testualmente: “Il piano triennale dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei principi di pari opportunità, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall'articolo 5, comma 2, del decreto-legge14 agosto 2013, n.93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119”.


La citata lettera di chiarimenti del MIUR del 15/09/2015, a supporto dell’art. 1 comma 16 legge 107/2016
ricorda quanto segue:

1. “il Decreto legge 14 agosto 2013 (convertito nella legge n.193/2013), a cui si fa riferimento nel comma 16 della “Buona Scuola”, enuncia le finalità del "Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere" che anche la Scuola è chiamata a perseguire:

a) prevenire il fenomeno della violenza contro le donne attraverso l'informazione e la sensibilizzazione della collettività, rafforzando la consapevolezza degli uomini e ragazzi nel processo di eliminazione della violenza contro le donne;

b) promuovere l'educazione alla relazione e contro la violenza e la discriminazione di genere nell'ambito dei programmi scolastici delle scuole di ogni ordine e grado, al fine di sensibilizzare, informare, formare gli studenti e prevenire la violenza nei confronti delle donne e la discriminazione di genere, anche attraverso un'adeguata valorizzazione della tematica nei libri di testo;

…….(Omissis)

g) prevedere specifiche azioni positive che tengano anche conto delle competenze delle Amministrazioni impegnate nella prevenzione, nel contrasto e nel sostegno delle vittime di violenza di genere e di stalking;

h) definire un sistema strutturato di governance tra tutti i livelli di governo, che si basi anche sulle diverse esperienze e sulle buone pratiche già realizzate nelle reti locali e sul territorio.”


2. “alle scuole spetta il compito – nelle forme e modalità che riterranno più opportune ed efficaci e che individueranno, sulla base dell’autonomia didattica e gestionale loro attribuita, di predisporre azioni nel rispetto di linee di indirizzo generale che saranno appositamente divulgate dal MIUR. Tali linee - che saranno elaborate con il contributo di rappresentanti di associazioni ed esperti riuniti in un apposito tavolo di lavoro che sarà istituito presso il Miur - saranno utili a monitorare e supportare le scuole nelle azioni previste dal comma 16 dell’art 1 della L. 107/2015, anche verificando l’attuazione del piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere, esclusivamente per la parte di competenza dell’istruzione.

Impegna l’amministrazione comunale


A vigilare affinché quanto indicato dal MIUR venga scrupolosamente applicato nelle Istituzioni scolastiche della città di Aosta.


*  * *
A parte il fatto che una mozione che ha un impegno come questo è altrettanto impossibile - l'Amministrazione comunale che compiti ha nei confronti delle istituzione scolastiche? Se prima non poteva fare roghi di fantomatici libri proibiti non può adesso andare a chiedere se applicano o meno le circolari MIUR. L'assurdità sta nel fatto che in un caso del genere si chiede di ritirare la mozione (o la si boccia se non la ritiri) - E POI ti fai un ordine del giorno (non una mozione) dove ribadisci questi concetti, diciamo così, un po' vaghi.
Cosa è successo in Consiglio? La Lega ha accettato lo stravolgimento, non sono più intervenuti nel dibattito generale dominato dallo sbigottimento e l'indignazione anche nelle file della maggioranza e alla fine hanno votato! Con il voto favorevole del sindaco!!!!!
Non contenti di questa figura di palta colossale, nonché gratuita, sindaco e maggioranza si sono vantati sui social di aver fatto avallare alla Lega la Buona Scuola! E la Lega? Si vanta nella stessa misura di aver fatto passare il divieto alla teoria Gender, usando la frase in rosso (Tra i diritti e i doveri e tra le conoscenze da trasmettere non rientrano in nessun modo né “ideologie gender” né l’insegnamento di pratiche estranee nel mondo educativo) in senso contrario da come era stata scritta.
E se pensate che mi sia bevuta il cervello leggete qui

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