sabato 12 marzo 2016

Il nostro intervento al congresso dell'UVP



 
Bonjour à toutes et a tous, je vous remercie pour l'invitation à votre duexième congrès. Le titre de ce congrès “libertés pour les valdotains, la strada per una nuova autonomia” m'a fait penser à beaucoup.
Ho pensato alla libertà come a un cammina che passa per quattro vie che poi si uniscono:
LIBERTA' dalla globalizzazione economica che vorrebbe cancellare le differenze culturali dei popoli del mondo. Per una globalizzazione che sia dei diritti sociali e civili per tutte e tutti e che sia rispettosa delle differenze e delle particolarità.
LIBERTA' dall'austerità economica imposta dall'Unione Europea e applicata dal governo Renzi/Alfano che sta distruggendo il welfare dello Stato, delle regioni e dei comuni. La stessa Unione Europea che sta trattando in segreto con gli Stati Uniti il TTIP, Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti, che se mai dovesse passare (tra le poche cose che sappiamo del suo contenuto quasi del tutto segreto) potrebbe far vendere alle multinazionali statunitensi prodotti come la fonteina, la mucetta senza che i produttori di fontina, mocetta e dei nostri prodotti locali possano ribellarsi. Per costruire un'Unione Europea che sia ecologica, aperta, solidale ed equa.
LIBERTA' che passa, secondo noi, dalla riuscita dei referendum che ci saranno nel prossimo periodo. Primo tra tutti quello sulla deformazione della Costituzione. Deformazione che, se passasse, accentrerebbe molto più potere nelle mani dello Stato a scapito delle regioni sia ordinarie che autonome le quali non saranno assolutamente salvaguardate dalla cosiddetta clausola di salvaguardia. A chi dice che sarà così e che ci sarà un avanzamento rispondiamo con due domande: Vi sembra che sino ad oggi, a Statuti invariati, non vi siano state erosioni alle competenze legislative della Regione? Ma soprattutto, quale avanzamento può esserci in un contesto istituzionale e costituzionale che umilia i territori e consegna tutto il potere nelle mani del Governo?
Ma anche i referendum contro il jobs act, contro la cosiddetta buona scuola, contro le trivelle petrolifere nei mari italiani e contro la pessima legge elettorale nazionale chiamata italicum. Pensiamo che per la riuscita anche in Valle d'Aosta di questi referendum sia necessario un fronte ampio che comprenda le forze della sinistra e quelle autonomiste insieme alle tante associazioni e ai movimenti che operano nella nostra regione, fronte nel quale speriamo di vedervi dalla stessa parte.
LIBERTA' da questa maggioranza regionale che si dimostra ogni giorno di più del tutto priva di idee per il futuro di questa Regione, arrogante e incapace. Retta da una persona sola al comando alla quale gli alleati hanno giurato cieca obbedienza. Maggioranza che taglia il welfare buttando soldi in opere inutili per la collettività come l'aeroporto che secondo il neoprocuratore regionale della Corte dei conti, svolge un servizio per la collettività praticamente inesistente. Maggioranza che finanzia il Casinò tramite la gestione speciale di Finaosta che, sempre secondo il neoprocuratore, “persevera ad accumulare risultati di gestione fortemente negativi, sintomatici di un non equilibrato progetto imprenditoriale”. Progetto che critichiamo da anni, figlio di idee concettualmente sbagliate e puntualmente fallite: come la sala evolution chiusa di recente, l'idea del doppio hotel nella stessa struttura o la chiusura della sala gold river che ha reso il Casinò di St. Vincent famoso in tutta Europa. Scelte che, per usare una metafora, equivalgono a mandare uno sulla punta del Bianco con le scarpe da ginnastica e poi stupirsi che ha i piedi congelati. Scelte che vengono fatte pagare alle lavoratrici e ai lavoratori della casa da gioco e alla collettività intera. O pensate ai milioni buttati nel progetto del nuovo polo universitario del quale ancora non si conoscono i contenuti didattici, o ai 300.000 euro che si spenderanno per un capriccio dell'imperatore.
Noi pensiamo che sia possibile e ormai indispensabile costruire un'altra Valle d'Aosta che abbia al centro delle scelte politiche il lavoro per tutte e tutti, l'ambiente e il riassetto del territorio, il turismo e quindi anche il trasporto pubblico su rotaia, la democrazia perché di questa cappa di paura e oppressione non se ne può più. 
Pensiamo che questo sia possibile farlo soltanto sostituendo questa maggioranza con un'altra. Per fare ciò, però bisogna essere chiari: l’alternativa non si pratica semplicemente spodestando l'imperatore, ma ripensando con ambizione e coraggio l'idea di comunità, delle sue esigenze e della sua partecipazione alle decisioni pubbliche. Come si valorizza un territorio in un contesto socio-economico come quello in cui ci troviamo a vivere? Quando i soldi arrivano facciamo le scelte “giuste” (abbiamo garantito questo, abbiamo garantito quello) e quando non arrivano le scelte sbagliate sono gli “altri” a farle (Ce lo impone lo Stato, ce lo impone l’Europa)?. Questo è lo sbaglio: siamo noi lo Stato! Siamo noi l’Europa! E’ lì che dobbiamo essere capaci di incidere, non chiudendoci a riccio, ma facendo sentire la nostra voce. Questa voce la maggioranza regionale l’ha silenziata. Ha disertato le elezioni europee, ha inseguito il potente di turno a palazzo Chigi (con chi non si è alleata?), senza preoccuparsi delle conseguenze di sistema (l’uccisione della cultura regionalista, ad esempio), sempre e solo nell’illusione di poter ottenere qualche briciola in cambio. A tutto questo bisogna dire basta. Non è al tornaconto che dobbiamo puntare, ma al protagonismo! Siamo cittadine e cittadini di una Regione che merita rispetto dopo anni di umiliazioni.
Infine permettetemi di tornare al referendum costituzionale. Perché è da lì che dobbiamo partire.
Le decisioni che saremo chiamati a prendere nei prossimi mesi segneranno un nuovo confine nella politica valdostana: da una parte, si collocheranno coloro che concepiscono l’autonomia come non separabile dalla democraticità del sistema costituzionale nel suo complesso; dall'altra coloro i quali sceglieranno di fare una battaglia miope, autoreferenziale, rendendosi complici della drammatica involuzione democratica in atto.
Noi dell’Altra Valle d’Aosta sappiamo da che parte stare. Ci auguriamo di essere in buona compagnia.
Bon congrès à tcheut!

Andrea Padovani


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